sabato 26 maggio 2012

La religione ebraica






I COMANDAMENTI
I comandamenti sono molto numerosi. Se ne contano 613, di cui 365 negativi (non farai questo...) e 248 positivi (farai quest’altro...). Si tratta soprattutto dei comandamenti dati da Dio sul Sinai, che però sono maturati e si sono precisati nel corso della storia. Riguardano i rapporti con Dio nella preghiera e le regole morali, ma anche i particolari della vita quotidiana. Si può dire che per l’israelita ogni gesto ha un significato religioso: tutta la sua vita è impregnata di religione.


LA CIRCONCISIONE
Viene compiuta all’ottavo giorno dopo la nascita, per ogni figlio maschio che viene al mondo, in un contesto di preghiere e di celebrazioni festive. In quel momento, al bambino viene anche dato il nome. Questo segno di appartenenza al mondo giudaico, impresso nella carne, si può dire che è diventato attraverso i tempi il segno distintivo più importante dell’israelita. Per le bambine è prevista invece una cerimonia sociale che si svolge un mese dopo la nascita, quando la madre esce per la prima volta di casa in un’atmosfera di festa: si recitano preghiere per la salute della madre e della bambina, che riceve il nome in quell’occasione.


Il matrimonio
considerato normalmente come un dovere, comporta un determinato rituale, che termina col gesto dello sposo che spezza un calice per ricordare, nel momento della gioia, l’antica distruzione del tempio di Gerusalemme che ha segnato l’inizio delle sventure del popolo ebraico.

Le feste Ebraiche
le feste giudaiche, tutte ispirate ai grandi eventi dell’antico testamento, che scandiscono la santificazione del tempo lungo l’intero corso dell'anno.

La simbologia
Il candelabro a sette bracci e la stella di Davide a sei punte – diventata, purtroppo, segno distintivo del feroce antisemitismo nazista dal 1938 fino al termine dell’ultima guerra mondiale – sono i simboli della religione ebraica.
Il candelabro a sette bracci (menorah), la cui più antica menzione si trova in Zaccaria (sec. IV a.C.), al capitolo IV, diviene, dopo la distruzione del tempio da parte dei romani nel 70 d.C., il più diffuso simbolo del Giudaismo nell’iconografia tombale e sinagogale.
Tra i significati simbolici assunti dalla menorah, il principale ne fa una figura del Signore onniveggente, “quei sette là, gli occhi di Jhwh che percorrono tutta la terra” (Zac, 10), autore e dispensatore di luce.
La stella a sei punte, chiamata anche “scudo di Davide” o “sigillo di Salomone”, si ritrova come simbolo del Giudaismo fin dai tempi più antichi. Si coniava sulle monete già sotto Erode il Grande e probabilmente anche
prima, all’epoca dei Maccabei. Era usata come elemento decorativo nelle sinagoghe.
Oggi campeggia sulla bandiera dello stato di Israele ed è un simbolo più politico che religioso, indicante l’intrecciarsi dello spirito con la materia nella composizione dei due triangoli perfettamente uguali ed opposti che si uniscono fra loro.



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